lunedì 17 dicembre 2012

PANE ai semi a lievitazione naturale

Ho provato già una volta a fare il lievito madre, ma non è andata tanto bene, dopo un mese ho dovuto accettare che avevo aspettato troppo, è maturato e se ne è andato di casa, lasciandomi il ricordo di quella volta che ci fece i cracker! 
E così ci rinunciai pensando che non tutti siamo portati per certi tipo di cose.

Ma è bastata conoscere Silvia, una compagna di yoga, per scoprire che lei, il LM l'utilizza da un bel po'! Così, la settimana dopo questa scoperta, si è presentata con uno dei suoi scarti del rinfresco, racchiuso dentro un barattolo di vetro e ho fatto salti di gioia. 
L'ho rinfrescato una sola volta e in dieci giorni è cresciuto e maturato in modo sano da poterci fare un pane! 

Non nego, che la mia natura di ariete, mi tenta a lanciarmi in ogni avventura, ma la verità è che questa della panificazione, con il lievito naturale, mi è sempre sembrata una specie di magia e non vedevo l'ora di provare. Lasciate stare, se poi, alla fine, non ho sposato un panettiere ma un postino tarantino. Che volete? Ariete ascendente ariete sono... a capire cosa mi è passato per la testa!
Perche il detto che il postino bussa due volte, sì, vi assicuro che è vero, anche tre o quattro... perché si dimentica sempre le chiavi, non so come faccia!!! 
In quanto a cospargere farina ovunque, non soltanto sul tavolo, beh... a questo ci pensa Frida!
Come vedete non mi faccio mancare niente! 
Così, non si è da straniare, se arrivando a casa, mi ritrovo un marito chiuso fuori e il cane che impasta la pizza sul divano! Le nostre giornate assomigliano sempre di più un film, ma di quelli da ridere! E meno male...!





Ingredienti:
150 g lievito madre
300 farina 0
200 farina integrale
1 cucchiaio di semi di lino
1 cucchiaio di semi di sesamo
1 cucchiaio di semi di zucca
1 cucchiaio di semi di girasole
1 cucchiaio di miele
300 g di acqua
11 g di sale


Venerdì tornata dall'ufficio, ore 21.00
In una ciotola capiente, con metà dell'acqua, scioglierci i lievito madre e il miele. Aggiungerci le farine, i semi, il sale e impastare aggiungendo il resto dell'acqua. Io non ho planetaria così ho impastato a mano, ma come ho detto qualche volta, i miei corsi di ceramica mi sono serviti e ho imparato a impastare, certo, non è la stessa cosa impastare fango che impastare panne ma vi assicuro che in questione di pieghe e forza ai polsi ci siamo!
Lavorare l'impasto per 15 minuti, impastando e ripiegandola su se stessa.
Creare una palla e disporla in una ciottola capiente e unta con dell'olio di oliva, in modo che quando questa cresce non si attacchi alle pareti. Con un coltello affilato fare due tagli, 
sopra il panetto, a modo di croce, coprire con un canovaccio e fare lievitare per un paio d'ore più o meno stando attenti a metterlo in un luogo al riparo di correnti d'aria (deve gonfiarsi e raddoppiare il volume).

ore 23.30
Rimpastare per qualche altro minuto e poi stenderla e ripiegarla su se stesa.

Darli una forma allungata tipo filone e adaggiarla su una teglia grande con della carta a forno unta con un filo dell'olio di oliva.
Farci delle incisioni sopra, con un coltello e riporre dentro il forno, spento e col lo sportello socchiuso. Lasciare lievitare tutta la notte.

Sabato ore 08.00
Accendere il forno a 210. Per 15 minuti. Abbassare la temperatura a 180 per altri 40 minuti fino che è dorato sopra. 
(da chiarire che ogni forno è un mondo, e il mio azzarderei a dire che è alieno! di fatti dovrei fare degli accertamenti con un termometro perché non me la racconta giusta...)



...ho deciso che panifico di venerdì, è meglio, perche in settimana con gli orari che mi ritrovo a tornare a casa mi sarebbe impossibile! Vediamo se riesco a farlo spesso.
Ringrazio la Mapi e il suo pdf. E ringrazio anche Silvia, senza di lei e il suo LM chissà quando ci averi riprovato...!

E adesso vi presento il mio lievito madre, so che abitualmente lo si battezza ma io non voglio darli un nome, anche perché pensandoci bene, è un po' "strano" avere un qualcosa di "vivo" dentro il frigo, no?!


mercoledì 12 dicembre 2012

CARDI in brodo depurativo

Domenica, al mercato di Melegnano, il signor Vincenzo mi ha convinta a comperare 2 mazzi di cardi, dicendomi che erano buonissimi fatti in brodo, molto depurativi! ovviamente non ho potuto fare a meno, e la ricetta di questo brodo depurativo doveva essere mia! 
Il signor Vincenzo, dice che questo brodo si usa fare a capo d'anno dalle sue parti. Boh, non ho aproffondito, perche non so esattamente di quale parte di puglia sia, non glielo ho chiesto, ma che è pugliese di sicuro! 

"niente signora,.... si prendono i cardi, questi sono di giù, molto teneri! Si puliscono, si fanno a pezzetti e si mettono a bollire in acqua salata fin che sono belli morbidi.
In una pentola con del brodo di carne, perché deve essere di carne signora. Si lessano cavolfiore, sedano e finocchi sempre puliti e spezzetati. E quando tutte le verdure sono morbide si aggiungono i cardi cotti. Li può condire con un filo d'olio di oliva, quello pugliese è dei migliori... con formaggio e peperoncino...!"

Amo queste ricette veraci di gente verace, senza pesi ne misure, ne tempi di cottura. In fondo, per cucinare certe bontà, a parte di avere l'occhio e palato, basta che tu abbia gli ingredienti giusti e trattarli con amore. Si sà, mettendo tutto il meglio di se stessi si ottiene non a caso, il meglio!
Questo brodo depurativo, l'ho fatto come diceva il signor Vincenzo, o quasi. Il brodo, aimè... l'ho fatto vegetale e il peperoncino l'ho dato a mio marito, perche va bene che sia depurativo ma per me sarebbe mortale. Così, la mia "scodella" l'ho condita con del formaggio grattugiato e il filo d'olio, quello si, extra vergine e pugliese!



Ingredienti per 4 persone:
2 mazzi di cardi
1 finocchio
1/2 cavolfiore bianco 

1/2 cavolfiore verde 
5 gambi di un sedano
2 litri di brodo di carne (io vegetale)
olio extra vergine di oliva
parmigiano grattugiato

peperoncino
sale q.b.

Lavare bene i cardi e pulirli, è un lavoraccio ma ne vale la pena. Farli a pezzi grossolani e bollirli in acqua salata, quando sono belli morbidi scolare e mettere da parte.
Nella pentola con del brodo bollente cuocere per prima il sedano e il finocchio lavati e fatti a pezzetti. Dopo 10 minuti aggiungere i cavolfiori lavati e fatti a cime non tanto piccole. Quando queste sono quasi cotte aggiungere i cardi e fare bollire ancora per un altro pò, (a me non piacciono tanto cotti i cavolfiori perche si spappolano, ma va a gusti). 
Spegnere, controllare di sale e servire bello caldo! 




Preferisco servire i brodi e le zuppe in ciottole, le gusto di più! Manie, lo so, magari perche riesco a finire fino l'ultima goccia di brodo bevendolo... o perche un tazzone di brodo o zuppa caldo mi sa più di confort che in un piatto, voi no?

mercoledì 28 novembre 2012

Arancine (la Sicilia in un boccone)


...Beh, diciamo che per quel poco che ne so, anche se a dire la verità con un boccone non basta per far fuori una di queste...! 
La verità è che non ci sono mai stata in terre siciliane, tanti amici che vengono da lì si che li ho però. Tutti solari e parlancini, di buona compagnia e come no, amanti del buon cibo! Non a caso, questo MTC di novembre si presenta in puro "sicilianStyle" grazie a Roberta di pupaccena e le sue arancine! 

Prima del 5 di questo mese, credevo di aver fatto le arancine pure io! Ma in realtà ho capito che era una versione tarocata! Sapete.... Ti avanza un pò di risotto, un pò di verdurine del minestrone... Allora pensi di fare delle palline di riso, le riempi e le frigi. Poi le servi a tuo marito, contenta, credendo di aver capito tutto: hai fatto le arancine/arancini, (anche di questo non se sono mai stata sicura, adesso però è chiaro).
E beh? Risulta che hai fatto soltanto delle polpette di riso ripiene, che tecnicamente, centrano con le su dette arancine, ma niente a che vedere!
Non a caso esistono le tradizioni con le sue tecniche collaudate, di come cuocere il riso rendendolo gustoso e morbido, di come fare una lega per tenerlo insieme, di come impanarle, di come friggerle. ..
E tutto questo succede QUI, una volta al mese, per tutti quelli della famiglia allargata del MTC!
Che volete, oggi sono euforica! Sarà che sono appena tornata dai miei a Barcelona, sarà che ho dormito 6 ore in tre giorni, sarà che il saluto al sole mi carica di energia positiva! 
Sia come sia, sono riuscita a fare le arancine, fotografarle, mangiarle e farle assaggiare, pure in ufficio (grazie Pipi, Clodette e Ros per i vostri pareri!).




Per le mie arancine, il ripieno si e trasformato in un "tris".
TRADIZIONALE con il ragù, come da lei ma ho dimezzato le dosi.
Della AMICIZIA con pesce spada, melanzane, pomodori e pinoli, perché mi ricorda i miei amici siciliani.
P.P.P. panna, prosciutto e piselli, sinceramente è stato un "ripiego", perché Il cozzaro non ha voluto che facessi la mia versione (riso, patate e cozze) dicendo che i siciliani se la prenderebbero come una offesa... ci ho creduto.... ma adesso me ne pento e prima o poi la faccio comunque. (A tutti i siciliani, non volermene male, sarà un sperimento...)

D'altronde, cosa è l' MTC, se no un corso di sperimentazione culinaria? Qui s'impara! 
Devi leggere attentamente le dosi, le modalità di preparazione, i consigli della vincitrice del mese e delle donne del Menu Turistico. Poi ti metti a l'opera... fai pratiche e usi tutto l'estro a disposizione. E qui si è visto ogni mese, che l'estro non manca affatto! 
(...ma quanto ho scritto? E chissà quanti errori...) nem per feina!

Per il riso:  
le dosi e preparazione le riporto, paro paro, a quelle che ci ha datti lei.
1 kilo di riso originario
un pizzico di pistilli di zafferano (tostati e sciolto in un dito d'acqua calda)
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio evo q.b.
sale q.b.
2,5 l circa di brodo vegetale (3 carro te, 1 cipolla, 1 patata, 1 gambo di sedano, 1 pomodoro)

Preparare il brodo. Quando questo è pronto, versarci lo zafferano (i pistilli, tostati in padella e sciolti con un dito d'acqua) e mescolare regolando di sale.

Preparare il riso con qualche ora di anticipo. Per fare le "palline" deve essere freddo.
In una pentola bella capiente soffriggere la cipolla tritatta finemente con abbondante olio di oliva. Versare il riso, tostare e cuocere con del brodo. Fermare la cottura quando il riso è al dente. Immergere il tegame nel lavello con dell'acqua giacciata per bloccare la cottura, e amalgamarci il burro e il parmigiano. Stendete in una teglia, far raffreddare e poi coprire con della carta stagnola e far riposare nel frigo per qualche ora.





Ripieno TRADIZIONALE 

(per 9/10 arancine)
100 gr. di macinato di vitello
100 gr. di macinato di maiale
100 gr. piselli surgelati
200 gr. di polpa di pomodoro
3 dita d'acqua in un bicchiere
una cipolla piccola, una carota, un gambetto di sedano
1/2 bicchiere circa di vino bianco per sfumare
olio evo q.b.
sale q.b.

Fare appassire la cipolla, la carota e il sedano ben tritati in una teglia con dell'olio, e quando sono morbidi incorporare la carne trita, farla rosolare mescolandola bene. Versare il vino e fare sfumare. Aggiungere il pomodoro e cuocere per una mezza ora. Ho aggiunto i piselli già cotti in precedenza e ho tot andare il ragù per altri 5 minuti. 



Ripieno P.P.P.

(per 9/10 arancine)
70 gr. di prosciutto cotto in una fetta sola
200 ml. di panna vegetale
50 gr. di piselli
2 rondelle di porro tritato molto finemente

Trittare molto finemente il porro e ammorbidire in padella con del'olio. Versare il prosciutto a dadini e i piselli e fare rosolare per qualche minuto e salare. Aggiungere la panna, amalgamare bene e fare raffreddare.




Ripieno della AMICIZIA

(per 9/10 arancine)
130 gr. di pesce spada (fatta a dadini)
1/2 melanzana (fatta a dadini)
7 pomodorini siciliani! (fatti a dadini)
3 foglie di basilico

Togliere grossolanamente la pelle alla melanzana e tagliarla a dadini, friggerla in una padella con dell'olio. Quando è ben cotta, morbida e dorata, salare e mettere da parte.
Lavare e tagliare a dadini pure i pomodori, saltarli in padella con dell'olio, e poi aggiungere i dadini di pesce spada. Rosolare per qualche minuto, aggiungerci i dadini di melanzana, il basilico tritato e amalgamare, poi mettere via a raffreddare.


Per la lega (ne resterà molta, ma occorre poter immergere bene l'arancina)
800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale


Per la panatura (ne resterà molta anche qui))
700-800 g di pangrattato

Per la frittura 
3 l di olio di semi di mais (o comunque abbondante per poter friggere in olio profondo)



Con il riso, ormai freddo, fare le "palline", io della misura di una arancia piccola, appunto, non si chiamano arancine?
Fare un buco con il dito e allargare e riempirle con i diversi condimenti. Chiudere bene le arancine e immergerle nella lega (acqua, farina e sale ben sbattuto). Farle rotolarle  omogeneamente nel pan grattato e friggere nell'olio ben caldo, magari poche alla volta, in modo che non ci sia nessun "tamponamento" e posano muoversi e nuotare liberamente nell'olio. Quando sono dorate, disporre  in un vassoio con della carta assorbente, ma non coprirle se non perdono crocantezza!
Il dopo? Lo sapiamo tutti... foto a manetta e impazienza per assaggiarle! Ooohhh... mmm!







sabato 24 novembre 2012

Spiedino di ZUCCA e funghi


A casa nostra i colori non mancano, ne fuori ne dentro il piatto! L'arancio poi, è un must dagli Esteve/Bellocchio.  Non ho soltanto una parete tutta arancio ma addirittura ho un quadro di una zucca (disegnata da me) apeso a una delle quattro pareti di casa! 
La zucca è anche un altro regalo venuto dalle Americhe e a pensarci... quanto l'abbiamo fatta nostra qui nella vecchia Europa? Introdota in modo tale nelle nostre cucine da diventare anche parte indispensabile in rinomati piatti tipici!
E chiaro che se uno dice arancio, in questo periodo, si pensi subito alla zucca, ma c'è anche un altro ingrediente arancio, e anche questo proveniente del nuovo continente per il quale vado matta, il moniato, o patata dolce (quella arancione dentro), ma questa farà parte di un'altra ricetta, che come questi spiedini voleva fare capo al contest colorato della "foodbloggosfera", quello di Cinzia e Valentina, ma credo che non ci arrivera in tempo, anzi, visto a che giorno siamo e dove mi trovo... ne sono sicura.

Perquesta che io chiamo coccola auttunale (anche se non e bello essere infilzato da un bastone...) servono pochi ingredienti per nutrire sia il corpo che la vista, non che il gusto e l'olfatto. E questo spiedino ha tutti i requisiti per confortarci con i suoi sapori d'autunno, e fare impazire il palato con le sue texture ...




Ingredienti per 6 spiedini:
500 gr. di zucca (a vubetti da 2,5 cm.)
18 funghi (io coltivati) 
40 gr. di parmigiano gratugiato
1 aglio (senza l'anima)
1 cucchiaio di succo di limone
olio extra vergine, prezzemolo e sale q.b.
bastoncini di legno per spiedini

Vi consiglio di non lavare i funghi sotto l'acqua, meglio pulirli delicatamente con un panno o carta di cucina, poi tagliare i gambi e metterli da parte.
Foderare una teglia da forno, ungere con un filo d'olio e adagiarci i funghi da una parte (con il gambo pancia in su) e dall'altra parte i dadi di zucca. Condire con un filo d'olio e un pizzico di sale, e sulla zucca spolvorare il parmigiano. Cuocere nel forno per almeno 35/40 minuti a180C. controllare la cottura ogni tanto e girare i dadini di zucca.
Nel mentre, preparare con il mortaio un batutto con l'olio, l'aglio, il prezzemolo, il succo di limone e il sale.
Quando i funghi e la zucca sono cotti, sfornare, e cominciare a infilzarli con l'aiuto dei bastoncini, quando sono ancora ben caldi facendo attenzione a non brucciarsi, intercalare zucca e funghi, e condire con il batutto preparato.
Poi fatemi sapere se questa non e una coccola per i sensi, sopratutto autunnale!

 


E visto i tempi e che mi trovo dai miei (e chi lo sa, magari vado anche a funghi...!) meglio che posto questi spiedini prima della scadenza, per il contest Colors & Food What Else? che questo mese di novembre lo vuole bright ORANGE!



domenica 11 novembre 2012

Torta di pere e cioccolato... DIVERSA, per Emanuela!


... diversa, si, ma basta darli un occhio... e poi un morso per sentire che pere e chioccolato ci sono di sicuro!



Questa torta è per Emanuela, con una sola "m", (proprio adesso che il mio rapporto con le doppie cominciava a solidificarsi... scherzo!) e per il suo blog Arricciaspiccia (ed ecco si siamo con le doppie...) che compie un anno! Ma un anno pieno di cose buone! 
Vi posso assicurare che questa ragazza è un vulcano di allegria, sincerità e grandi doti culinarie! Questo sole di donna ha vinto vari premi, io l'ho conosciuta nel nostro periodo di (st)renine e già lì si è fatta notare! Adesso ho saputo della sua vincita nel Food Experience organizzato da Sale&Pepe! Vi rendete conto?! 
Da vero, conoscere persone così solari e con tanta voglia di fare, è contagioso e salutare. 
Per quanto mi riguarda, non ho potuto fare a meno di pensare a una torta per lei e il suo compleannoblog! 

La candelina non poteva mancare, ma non poteva essere una candelina normale, doveva rendere omaggio al tocco simpatico di Emanuela e i suoi divertenti disegni delle ricette!


Certo è, che se avete intenzione di partecipare al suo contest e vi fate un giro, come consiglia lei, da Noverasco in via Spadari a Milano, vedrete che non potrete resistere a farne una sola, di torta. Una volta entri in quel negozio l'anima creativa si sveglia insieme ai sensi, e anche se io non vado matta per la frutta candita o disidratata, devo dire che ho assaggiato quasi tutto ed era buonissimo, e tra un assaggio e l'altro ho avuto, prorio lì, anche l'illuminazione per il ripieno delle mie trecce dolci del MTC!
Ma quando assaggiai le pere disidratate, capì quale sarebbe stato l'ingrediente principale di questa torta che adesso vedete qui. Al tipo di torta e il resto degli ingredienti ci avrei pensato dopo. 
Poi, una volta arrivata a casa, ricordai di aver visto una foto di una torta molto divertente da fare, la trovai in un libro che parla di ricette al cioccolato (della Gribaudo Parragon).
Mi sembrava anche facile da fare e simpatica allo stesso tempo, e poi si prestava agli ingredienti che avevo in mente! 
Ho variato alcune dosi, in parte per sbaglio (e qua non centrano le doppie, ma si il fatto che comincio ad essere un tantino cecata), e in parte perché non le capivo cosa vuol dire "1/4 di tazzina" ma che tipo di tazzina vorrà dire? Non ci avevo mai fato caso, ma ci sono delle misure curiose... 
E in tutto questo sono riuscita sfornare la torta e il risultato è stato ottimo. 
Vi riporto comunque le dosi e ingredienti che c'erano nel libro, in corsivo.

Ingredienti:
1/4 di tazza di burro a cubetti (io 50 gr.)
450 gr. di farina lievitante (450 gr. della 00 non lievitante, 2 cucchiaini di lievito per dolci, 1 cucchiaino di bicarbonato e un pizzico di sale)
4 cucchiai di zucchero (5 cucchiai, più altri 3 per il ripieno)
25 gr. di mandorle tostate e tritate
2 uova sbattute
150 ml. di latte (110 ml.)
25 gr. burro fuso
150 gr. di albicocche (220 gr. di pere disidratate)
100 gr. di gocce al cioccolato fondente (100 gr. di cioccolato 80 % tritato)
2 cucchiai di miele

a parte:
1 o 2 cucchiai di latte per spennellare prima d'infornare
25 gr. di cioccolato fondente fuso (sempre cioccolato 80 %)
più altro burro per ungere lo stampo



Preparare uno stampo rotondo da 25/30 cm di diametro, ungerlo con del burro e foderare con della carta da forno.
In una ciottola capiente settaciare la farina, aggiungere il lievito, il bicarbonato e il sale. Aggiungerci il burro e lavorare l'impasto (diventa sabbioso). Aggiungere lo zucchero, le uova leggermente sbattute e il latte, mescolare fino a ottenere un impasto morbido (direi anche vaporoso... vedete le foto). Stenderlo con il matterello su una superficie infarinata, dandole forma rettangolare 40 cm il l'atto lungo e 30cm. quello più corto. 
Montare il burro fuso, ma non caldo, con il resto dello zucchero e ungere la superficie dell'impasto. Cospargerci le pere disidratate fatte a pezzetti, il cioccolato e le mandorle tritate e irrogare con un filo di miele. Meglio lasciare un paio di centimetri, senza ripieno, lì dove i latti sono più lunghi, in modo di facilitare l'arrotolare del salsicciotto e per sigillarne la fine. Conviene infarinarsi  bene le mani perché l'impasto non si attacchi.
Una volta creato il salsicciotto ricavarne delle fette larghe 2 cm. Disporre queste fette leggermente sovrapposte a l'interno dello stampo, formando un anello. 
Prevedendo però, che nelle torte di compleanno ci devono stare delle candeline, ho coperto il centro dell'anello con altre due fette. 
Spenellere con il latte e cuocere a 180 C° nel forno preriscaldato, per almeno 30 minuti. Io ho aspettato 40, ma il mio forno è un caso a parte! Comunque deve diventare un po' dorato sopra ma non tostato!
Sfornare e lasciare nello stampo per una ventina di minuti e poi trasferire su una gratella in modo che si raffreddi anche sotto.
Versare il cioccolato fuso sopra, a gocce come ho fatto io o pure a filo che è molto carino.





Lo so Emanuela, non è la solita torta farcita di creme o coperture regali. E una torta senza tante pretese, per condividere con chi si vuol bene, magari davanti a una tazza di te o uno di quei chai che sai fare tanto buoni, magari in compagnia dei tuoi amici raccontandovi tutte le belle cose, successe in questo tuo anno di food blogger!

Buon compleanno Arricciaspiccia ed Emanuela, questa torta è per te!





Ho scoperto, insieme i miei suoceri, (
assaggiatori ufficiali dei miei dolci, insieme alla Ross) che l'indomani, scaldata qualche minuto, questa torta è fragrante come il giorno prima! 

lunedì 5 novembre 2012

Gnochi di SEMOLINO con gorgonzola e noci

Adoro i gnocchi di semolino o "gnocchi alla romana", come ho scoperto che si chiamano in una delle mie prime sfide del MTC e grazie ad Stefania (arabafeliceincucina), li faccio volentiere, a casa ci piacciono assai e in tutte le versioni immaginabili! Questi che posto oggi sono quelli che faccio più spesso. Il bello è che se ne avanza qualcuno, cosa che sucede di rado, l'endomani con qualche minuto nel microonde, o ancora meglio nel forno, sono ugualmente come il giorno prima! Gli adoroooo! Si nota?




Ingredienti per 4 persone:
un litro di latte
250 g di semolino
2 tuorli
20 g di burro
100 g di parmigiano grattugiato
sale e noce moscata a piacere


Per condire:
besciamella
100 gr. di gorgonzola
50 ml. di latte
5 noci
parmigiano per gratinare



In una pentola grande, scaldare il late con il sale e la noce moscata e portare ad ebollizione. Versarci il semolino, mescolando in continuazione. Portare il fuoco più basso finche il composto è compatto e si stacchi dalla pentola.
Togliere dal fuoco e una volta tiepido aggiungere i 2 tuorli, il parmigiano ed il burro. Controllare di sale e amalgamare tutto con forza. 
Versare il composto in una teglia coperta con carta forno bagnata e strizzata e livellare con le mani bagnate per appiattirlo ad uno spessore di 1cm. circa. Lasciare raffreddare e poi ricavarne dei cerchi con il copapasta, 6 cm. di diametro, ma potete farli diversamente, a vostro piacimento, sia come forma che come misura. Ungere una pirofila con del burro o pure foderarla con della carta da forno. Posizionare i gnocchi in fila e un po' sovrapposti.
Preparare la besciamella: 
questa volta ho usato un sistema diverso, si tratta del Magic Mixer, un aggeggio della Tupperware.
40 gr. farina, 50 ml. d'olio, 300 ml. di latte bollente, un pizzico di noce moscata e sale.
Versare la farina e l'olio nel aggeggio, chiudere il sigillo e agitare per mescolare bene. Aprire e aggiungere lentamente il latte mescolando con una spatola. Condire con il sale e la noce moscata. Chiudere di nuovo e lasciar gonfiare... fatta! Besciamella perfetta!
In un pentolino sciogliere il gorgonzola con del latte e mischiarci le noci ben tritate. Versare dentro nella besciamella e amalgamare bene. Coprire con questa i gnocchi con e cospargere sopra del parmigiano. Infornare fino che saran o biondi, con la sua crosticina!


Note:
1. Provate con metà gorgonzola e metà mascarpone, o pure ci sono le confezione di questi due formaggi già mischiati. Il sapore è ancora più morbido!

2. Ma se preferite, per la besciamella, ce sempre il modo classico:
Mezzo litro di latte, 45 gr. di burro, 45 gr. di farina, sale e noce moscata.
Fondendo il burro, quando questo è appena sciolto versare la farina. Girare con un mestolo di legno e farla tostare leggermente. Aggiungere a pian piano il latte, scaldato a parte. Fare addensare senza smettere di mescolare, aggiustare di sale e aggiungere noce moscata.